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Jeet Kune Do

Per meglio comprendere cosa sia il Jeet Kune Do è utile ripercorrere un po’ la sua storia: il JKD è il frutto di una lunga ricerca di Sijo Jun Fan Lee conosciuto da tutti con il nome di Bruce Lee. Il primo periodo della vita di Sijo Bruce Lee fu dedicato allo studio degli stili tradizionali, e quando si trasferì negli USA, alle Arti Marziali Occidentali:

  • Tai Chi Chuan
  • Wing Chun Kung Fu
  • Hung Gar Kung Fu
  • Tan Toy Kung Fu
  • Choi Li Fut Kung Fu
  • Boxe occidentale
  • Scherma
  • Escrima
  • Muay Thai

Durante i primi anni a Seattle, Sijo Bruce Lee insegnava una sua personale interpretazione del Chinese Boxing, ovvero il Jun Fan Gung Fu, secondo i canoni del Wing Chun e degli stili tradizionali. Influenzato anche dai suoi studi filosofici, Sijo Bruce Lee osservò che gli schemi predefiniti mal si adattano al completo sviluppo dell’individuo in quando ognuno di noi è diverso dall’altro e diverse sono le potenzialità personali . In altre parole, si rese conto che gli stili ed i sistemi possono essere una gabbia, che non permette di esprimere sé stessi e limitano la propria naturale propensione all’osservazione ed alla crescita. Inoltre, spesso ogni stile si specializza in un’area limitata del combattimento, trascurandone le altre. Di conseguenza egli analizzò ciò che c’era di buono negli altri stili e ciò che invece era superfluo:

 

PRENDI CIO’ CHE UTILE
SCARTA LE COSE INUTILI
PERSONALIZZA

 

L’arte del combattere nella sua più suprema essenza non ha stile, ma dev’essere spontanea… puro istinto. In altre parole i colpi devono partire senza le interferenze del pensiero. Gradualmente il Jun Fan Gung Fu si è evoluto nel Jeet Kune Do, che significa l’Arte di intercettare il pugno (Jeet = intercettare, Kune = pugno, Do = la via).

« Il Jeet Kune Do è semplice, diretto e non-classico. »

Negli appunti del Sijo troviamo scritto che un praticante inizialmente è libero (senza condizionamenti). Per imparare il JKD prima deve aderire al nucleo: « Come nella boxe e nella scherma, il JKD è un’arte che va seguita passo dopo passo, ed ogni movimento dovrà essere ripetuto molte volte… ». Ma, una volta ricevuto il condizionamento, l’allievo deve liberarsi dal nucleo e ritornare alla libertà iniziale: « Bisogna essere come l’acqua perché è senza sostanza, senza forma fissa; quindi siate come l’acqua, flessibili ed armoniosi. Perché l’acqua non ha forma: la si mette in una coppa e prenderà la forma di una coppa… se la si mette in una tazza da tè, prenderà la forma del recipiente. Potete scorrere armoniosamente o travolgere ciò che avete di fronte, ma siate acqua… ».

« A meno che non compaiano sulla terra mostri con più di quattro arti, non possono esserci differenti stili di combattimento. Perché ciò? Perché tutti abbiamo due braccia e due gambe! La cosa importante è: come possiamo usarle al massimo della loro potenzialità »

SiJo Bruce Lee ha sviluppato il JKD grazie a questa capacità d’analisi e alla sua esperienza personale. La sua costante ricerca dell’essenza più profonda delle arti marziali lo portò a prendere in considerazione solo ciò che realmente poteva essere utile. Per prima cosa individuò gli elementi di base di un confronto senza regole: per combattere in modo efficace, è necessario possedere un acuto senso della sincronizzazione con l’avversario, una buona valutazione della distanza, la giusta applicazione di velocità e ritmo alle sue reazioni e una buona dose d’aggressività.

Tools – Gli Strumenti d’Attacco

Il JKD utilizza efficacemente le tecniche di gamba (Kicking) di braccia (Boxing), d’intrappolamento (Trapping) e di lotta (Grappling). Tuttavia il JKD non è come mettere assieme Karate e Judo, oppure Kickboxing e JuJitsu, poiché nel passaggio da un area all’altra del combattimento non troviamo soluzione di continuità.

Il JKD, infatti, permette di combattere adattandosi alla situazione, senza bisogno di aggiustamenti o di modificare la distanza. In altre parole offre gli strumenti per difendersi da ogni tipo d’attacco rispondendo in modo efficace per ribaltare la situazione a proprio vantaggio. Quindi nel JKD si fluisce dai calci alle tecniche di trapping, o dalla boxe alle tecniche di grappling o ancora dal trapping alle tecniche di gomito e ginocchio senza mai interrompere l’azione.

The 4 Ranges – Le Distanze di Combattimento

Nel combattimento a mani nude possiamo distinguere 4 distanze o range:

Long Range
Medium Range
Short Range
Close Range

Ognuna di queste distanze favorisce l’uso di certe tecniche a sfavore di altre. Molti stili o sistemi si sono specializzati in una sola di queste aree: per esempio nel Judò si combatte solo a stretto contatto, invece nel Taekwondo soprattutto nella lunga distanza. Chi impara uno stile come il Taekwondo cercherà di mantenersi sempre a lunga distanza per poter usare le gambe, ma si troverà impreparato ad attacchi a corta distanza. Infatti, appena le distanze si accorciano proverà a fare un passo indietro per preparare un calcio. Ma combattere in questo modo è possibile solo se vengono rispettati i regolamenti sportivi di queste discipline.

Nel combattimento reale non esistono regole, e l’avversario potrebbe continuare il combattimento per esempio portando a terra il suo contendente, ma se questi sa difendersi solo in piedi a terra si troverebbe in netto svantaggio. Nel JKD si studiano tutte le distanze di combattimento imparando a fluire da una distanza all’altra usando i Tools più appropriati:

« Se un avversario indietreggia durante il Trapping è molto più saggio colpirlo con un calcio in affondo piuttosto che rincorrerlo per poi colpirlo con un pugno! »

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